Meglio scalare una montagna che
descrivermi…ma la pagina l’ho creata io e quindi eccomi qua.
Sono una Guida Ufficiale del Parco Nazionale del Pollino e Istruttore Aigae.
Sono una Guida Ufficiale del Parco Nazionale del Pollino e Istruttore Aigae.
Mi piace la montagna con le sue
pareti da vertigine, le maestose cime pettinate dal vento, le foreste
impenetrabili e le ampie radure, le sorgenti fresche e copiose. Mi piace la
montagna con i suoi colori, profumi e suoni, la montagna con il suo ghiaccio e
la sua neve, la montagna con i suoi sentieri, è entrata in modo irresistibile a
far parte della mia vita già durante gli anni dell’adolescenza, quando riusciva
a colmare i vuoti della mia mente, avida di ideali e valori, con la gioia e
libertà. Oggi con un cuore sempre meno ansioso e testardo, la montagna è
diventata un sentimento, accompagna la mia maturità con dolcezza e l’emozione
sale ogni qual volta salgo, passo dopo passo, cresta dopo cresta, sentiero dopo
sentiero, sorgente dopo sorgente.
La montagna è diventata un luogo
dove rifugiarsi quando le cose non vanno bene, un luogo dove ascoltarsi ed
essere ascoltati, comprendere ed essere compresi. Questo mi ha dato la
possibilità di arricchirmi interiormente e di sentirmi vivo, nel fisico e nella
mente.
La montagna quindi, come metafora
del cammino lungo i sentieri della vita e della crescita, del cambiamento, come
occasione educativa cercata intenzionalmente, per compiere quel viaggio
interiore che ci possa portare a riconsiderare la nostra condizione di esseri
umani.
La montagna come scuola di vita,
come esperienza che insegna a convivere con gli altri, a confrontarsi, a
condividere le bellezze e le solitudini dei luoghi che si frequentano, la
montagna che impara a conoscere meglio se stessi al di fuori dei confini della
realtà quotidiana. La montagna che insegna il valore del sacrificio necessario
per il raggiungimento di uno scopo, di una meta.
Oggi che sono papà e la famiglia
come è giusto che sia chiede il suo spazio ho dovuto ritagliare un ruolo secondario
alla montagna ma appena posso prendo lo zaino e salgo, perché per me resta e
resterà, anche nei ricordi della vecchiaia, l’appiglio per non cadere.
Spero che un domani anche i miei
figli potranno colorare di montagna i loro momenti difficili, così come è stato
per me, coscienti che la Vita è una grande opportunità che dovranno rispettare,
sarà un sentiero o una via di roccia non sempre evidente, dovranno saper
riconoscere il momento del coraggio e della cautela perché la parete su cui si
muoveranno sarà di roccia friabile fatta di appigli precari, di ancoraggi mai
solidi e di punti di sosta non sempre sicuri. Insieme se lo vorranno un giorno
saliremo sulle montagne: io per continuare a sognare, loro per cercare la via
del Cuore.
Mi piacciono molto le solitarie,
andare in solitudine per montagne non è angoscia ma una forma personale che mi
aiuta ad amplificare le emozioni e le sensazioni, mi servono per non essere più
lo stesso, per riscoprire la mia avventura.
Un solitario può “vedere” tante cose
ed essere felice senza soffrire la mancanza di compagni. Quando sono solo, in
montagna, il mio cuore è colmo di affetti. Piango, lotto, mi dispero, esulto
ogni volta che arrivo dove non c’è più niente da salire, lo faccio con
delicatezza, grato alla Grande Madre di questo prezioso dono che mi ha concesso
e tutto ciò mi aiuta a ricordare di essere un uomo con mille difetti che cerco
di aggiustare ma il più delle volte riuscendoci male.
Sono preciso e meticoloso,
preferisco l’essere all’apparire. Nella vita ho sempre dato e poi chiesto,
regola questa non sempre conveniente ma che mi è servita per guardare la gente
negli occhi senza tentennamenti.
In questo blog parlerò dell’amore
per le proprie radici, dei luoghi della Calabria Citeriore e non solo,
dell’avventura di vivere con lentezza i battiti del cuore…e tanto altro ancora.
Benvenuti e sentitevi a casa.
Se hai letto
tutta la pagina fino a qui, beh, non posso che dirti “grazie di cuore!”